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Buy online scarpe nike da donna - negozio sportivo. Welcome to our online store the scarpe nike da donna at our clearance store Lingua Italiana dei Segni, l'Ente Nazionale Sordi protesta in tutta Italia - Repubblica.it ROMA - L'Ente Nazionale Sordi (ENS) ha intrapreso una mobilitazione generale per protestare, ancora una volta, contro il mancato riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni (LIS). Da Trieste a Cosenza, da Udine a Lecce a piazza Montecitorio a Roma e in tutte le città italiane stanno nascendo, di giorno in giorno, sit in e presidi in particolar modo sotto le sedi delle prefetture. Manifestazione nazionale a Roma. Il presidente dell'ENS, Giuseppe Petrucci, ha annunciato lo sciopero della fame fino al 20 novembre, giorno ultimo dell'agitazione, quando da tutta Italia i dimostranti confluiranno a Roma per una manifestazione nazionale che da piazza della Repubblica arriverà a piazza Santi Apostoli, dove sarà allestito un palco per gli oratori. Il corteo sfilerà in guanti bianchi per sottolineare l'importanza delle mani nella LIS. La Convenzione ONU. L'Italia - lamenta l'ENS - pur avendo ratificato con legge 3 marzo 2009 n. 18 la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che all'articolo 21 prevede espressamente che gli Stati Parti accettino e facilitino il ricorso alla Lingua dei Segni, non ha ancora riconosciuto formalmente la LIS. E questo mentre la quasi totalità delle Lingue dei Segni europee sono già state recepite dai rispettivi Paesi. In Austria, Finlandia e Danimarca sono riconosciute addirittura a livello costituzionale. L'impegno del presidente del Senato. Mancata per un soffio l'approvazione nella scorsa legislatura, nell'aprile del 2013, col nuovo Parlamento appena eletto, i ragazzi di Radio Kaos ItaLis, una web radio fatta da e per i non udenti che si avvale della LIS, avevano lanciato una petizione attraverso il sito change. org per chiedere a tutte le più alte cariche dello Stato il riconoscimento dell'idioma. All'appello aveva risposto il presidente del Senato Piero Grasso che, espresso pieno sostegno ai ragazzi, si era impegnato a sollecitare una nuova iniziativa legislativa finalizzata a colmare, nel più breve tempo possibile, quella che lui stesso considerava una grave lacuna del nostro ordinamento.Immobilismo delle istituzioni. Le proposte legislative da allora si sono moltiplicate. Un'iniziativa normativa è stata presentata dallo stesso ENS nell'ottobre 2013. In Parlamento, a oggi, le proposte di legge che hanno per obiettivo il riconoscimento della LIS - depositate da ogni parte politica e una anche dal Consiglio Regionale della Calabria - sono ben 16. Ma nonostante questo né il Senato né la Camera dei Deputati hanno ancora iniziato a discuterne. Vincere l'emarginazione. L'ENS considera questa inerzia della politica italiana un vero e proprio accanimento discriminatorio. Afferma , attraverso la propria pagina web , di voler semplicemente difendere - in un'ottica di bilinguismo integrato (italiano/segni) - la libertà di esprimersi attraverso la LIS, condizione ineludibile per il raggiungimento dell'inclusione sociale e la piena autonomia dei non udenti. E della loro dignità..
Nomisma, quest'anno la svolta del mercato immobiliare - Repubblica.it (ansa) MILANO - "Solo attraverso una rinnovata iniezione di credito e un'ulteriore revisione dei prezzi" il mercato del mattone italiano potrà tornare a crescere. E' la conclusione alla quale è giunta l'analisi dell'istituto di ricerca Nomisma, che ha pubblicato l'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di novembre 2014, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.Secondo la ricerca, il ciclo del mercato immobiliare ha toccato il suo fondo: il 2014 "dovrebbe rappresentare l'anno dell'inversione, con una ripresa delle quantità scambiate, anche se più contenuta delle aspettative". L'anno dovrebbe chiudersi con un incremento degli scambi di abitazioni del 3,7% a livello nazionale, che è però un dato ben lontano dagli scatti registrati nelle precedenti "inversioni cicliche": 17% nel 1985 e 9% nel 1997. L'analisi di Nomisma mette in luce come sia crescita, dal 2008 ad oggi, la quota di metri quadrati di abitazioni acquistabili con un'annualità di reddito: quest'anno si è arrivati a un picco di 6 metri quadrati, in scia al calo dei prezzi e ad una riduzione meno sensibile del potere di acquisto delle famiglie. "Nonostante tali dinamiche, la ripresa del mercato continua ad essere ostacolata dall'incertezza delle condizioni economiche e lavorative delle famiglie, a cui si accompagna il razionamento ancora in atto della componente creditizia".Va da sé che i tempi per vendere o locare restano "straordinariamente alti e stazionari" per il terzo semestre consecutivo e analogo discorso vale per il divario tra prezzo offerto ed effettivo (sconto praticato).Che la ripresa sia di là da venire, sul versante del credito bancario, emerge anche dall'analisi attenta della dinamica dei mutui. "La riprova viene dall'incremento delle erogazioni di mutui registrate nel corso del 2014 che, oltre ad essere inferiore alle attese, è da ascrivere - per Nomisma - all'effetto dell'impennata della componente di surroga e sostituzione scaturita dalla progressiva compressione dei tassi di mercato". Rispetto ai valori immobiliari, Nomisma rileva che la flessione per l'insieme delle tipologie analizzate - ammontante in media al 19,6% in termini nominali e al 26,2% se si tiene conto dell'evoluzione dell'indice generale dei prezzi nel periodo - "non risulta di per sé sufficiente a garantire l'accesso alla proprietà di una quota consistente della domanda".In ogni caso, "a fronte di un mercato ingessato su livelli di attività ancora 'inusitatamente bassi', il 2014 - per Nomisma - vede nella timida ripresa delle compravendite un primo non trascurabile segnale di cambiamento". scarpe nike da donna , Mafia, operazione contro il clan Messina Denaro: 16 arresti - Repubblica.it PALERMO - Un'operazione antimafia condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani nei confronti del clan capeggiato dal boss Matteo Messina Denaro è in corso da stamattina. Gli investigatori stanno eseguendo 16 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi su richiesta della procura distrettuale antimafia di Palermo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persona ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose.Le indagini dei carabinieri hanno confermato il ruolo di vertice tuttora rivestito dal capomafia latitante nella provincia trapanese, documentandone i diversificati interessi illeciti. Sono stati accertati dagli inquirenti anche i collegamenti funzionali a progetti criminali comuni con le famiglie palermitane e, in particolare, con quella di Brancaccio guidata dai fratelli Graviano. scarpe nike da donna,San Valentino 2014: i gioielli stilosi e romantici di Pensieri Felici
- Sneakers basse scarpe nike da donna, Barbie sbarca su Instagram, le foto scarpe nike da donna "Chi fa ricerca paga meno tasse": la guerra dei cervelli tra Italia e Francia - Repubblica.it ROBERTO Barbieri ha imparato la meccanica alla scuola allievi Fiat di mezzo secolo fa e ancora oggi se la ricorda: «Sembrava il servizio militare». Non è però la nostalgia che lo ha spinto a investire in Francia, uno dei Paesi considerati più ostili al capitalismo, quando lo hanno invitato a sistemare i suoi uffici in una caserma dismessa di Briançon. «Per un modesto affitto mi hanno offerto tutto — dice — incluso del personale dedicato a tenere i rapporti con la burocrazia locale». L’azienda di Barbieri, la Emmegi, non supera i dieci addetti ma produce impianti innovativi di risalita sulla neve. È una molecola in un’onda sempre più grossa che ogni mese parte dall’Italia e si rovescia sulla Francia. Sono imprese di ogni settore, dalla farmaceutica alla meccanica, dalla chimica al tessile, che si muovono dalla pianura padana per impiantarsi dall’altra parte delle Alpi occidentali. Sono attratte da incubatori creati dal governo, come a Briançon, o più spesso da un magnete ancora più potente: sgravi sulle tasse dieci volte più incisivi che in Italia su ogni spesa catalogabile sotto la voce ricerca, sviluppo, innovazione. L’anno scorso i progetti di investimento del made in Italy in Francia sono stati 64, per 2.500 posti di lavoro, e solo Stati Uniti e Germania hanno fatto di più. Una stima dell’Agenzia di Parigi per gli investimenti internazionali indica che circa 150 aziende italiane potrebbero aver già spostato almeno parte della ricerca in Francia. Lo hanno fatto marchi del gruppo Fiat come Magneti Marelli o Iveco, leader nella produzione di pace-maker come Sorin, gruppi farmaceutici dal profilo basso e dal fatturato miliardario come la Chiesi. C’è da capirli. Parigi concede uno sgravio fiscale di 323.500 euro in media per ogni impresa che sposti la ricerca in Francia. Per i grandi gruppi è molto di più. È la parte meno nota di un fenomeno che sia il presidente François Hollande che il suo «alleato» italiano Matteo Renzi deprecano: la concorrenza fiscale, disegnata per aspirare investimenti da Paesi vicini o lontani. Nel caso del Lussemburgo, ha prodotto lo scandalo per il quale ora in molti in Europa chiedono le dimissioni dell’ex premier e neo-presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Fra Francia e Italia invece non ci sono proteste, ma una sfida a colpi di crediti d’imposta sulla ricerca che, per ora, il governo di Roma sta perdendo. In questo, il lavoro dell’ambasciata di Parigi in Italia è trasparente. Sotto la sua ala, a Milano opera l’ufficio dell’Agenzia francese per gli investimenti italiani: quattro persone, oltre al direttore Hervé Pottier. Ogni mattina l’ufficio setaccia una rassegna dei giornali locali di tutt’Italia, in cerca di notizie su imprenditori che dichiarino di voler crescere all’estero, o rafforzare gli investimenti in ricerca. «Non appena leggiamo qualcosa del genere, visitiamo le aziende per mostrare le opzioni di credito d’imposta — spiega Pottier —. Qui l’interesse è enorme, molto evidente». Magneti Marelli ha un impianto di ricerca e sviluppo a Sophia Antipolis, il parco tecnologico tra Nizza e Cannes, non lontano da quelli del colosso cinese dell’elettronica Huawei e del concorrente sudcoreano Samsung: gli sgravi di Hollande stanno portando investimenti da tutto il mondo, inclusa l’americana Microsoft. La Francia è ormai il polo europeo della ricerca, come la Germania lo è per l’industria o Londra per la finanza. Quelli che vuole non sono posti di lavoro come gli altri. Sono ricercatori, scienziati, ingegneri, programmatori. Enrico Moretti, un’economista dell’Università della California a Berkeley, stima che per ogni posto di lavoro del genere se ne generino in media altri cinque in attività accessorie: ristoranti, hotel, palestre, scuole private per i figli. Ogni cervello attratto o attivato su un distretto sprigiona un effetto moltiplicatore. Hollande per questo non bada a spese e ha rafforzato l’iniziativa lanciata da Nicolas Sarkozy, il suo predecessore. Nel 2013, i crediti d’imposta a ricerca e innovazione sono costati al bilancio di Parigi 5,8 miliardi di deficit in più. Da quest’anno il governo Renzi prova a reagire, per attirare anche in Italia cervelli dall’estero o almeno arrestare l’emorragia di quelli legati alle imprese che se ne vanno in Francia. In Legge di stabilità le risorse del credito d’imposta Ricerca e sviluppo, fortemente voluto dal ragioniere generale dello Stato Daniele Franco, crescono a 500 milioni di euro. È un passo avanti sul 2013, ma resta oltre dieci volte meno che in Francia. Questa ha tutta l’aria di una battaglia impari a colpi di concorrenza fiscale per i cervelli e c’è da chiedersi se sia leale: l’Italia rispetta i tetti del Patto di stabilità sul deficit, mentre la manovra di Parigi non è stata respinta da Bruxelles benché il disavanzo viaggi da anni ben oltre le soglie. Hollande usa questo spazio di bilancio per sottrarre investimenti, posti di lavoro ad alto valore e gettito fiscale ai Paesi che affrontano sacrifici pur di evitare una procedura del Fiscal Compact. Ha senso? «Se la politica serve a qualcosa — replica Pottier dell’Agenzia francese per gli investimenti italiani — è proprio perché deve fare delle scelte e indicare priorità a costo di essere impopolare». Del resto non è tutta colpa di un credito d’imposta, se poi resta debole la base da cui partire. Secondo Eurostat, l’Italia ha circa 160mila studenti in matematica, scienze e informatica: metà che in Germania o Gran Bretagna, due terzi della Francia, meno che in Spagna. Più lealtà fiscale fa bene l’Europa, ma anche la vecchia scuola militaresca della Fiat di mezzo secolo fa potrebbe dare una mano.